mercoledì 12 gennaio 2011

Freno a mano e grappling

Esistono due scuole di pensiero, una asserisce che per essere un buon grappler è necessario praticare bjj (usare il Kimono) l’altra opposta, considera invece superflua tale pratica e suggerisce una pratica mirata esclusivamente no gi.
Perché allenarsi col Kimono (bjj) quando si ha una particolare predilezione per il grappling?
Perché costringere il proprio corpo ad indossare un fastidioso ed ingombrante kimono quando si cerca la velocità del no gi? Le ragioni sono molteplici ed i fautori delle due opposte scuole di pensiero hanno hanno varie frecce al loro arco.
Analizziamo i due tipi di pratica.
Il kimono da sensibilità, ti mette a pensare, ti costringe a lavorare con un peso ed un atrito addosso che limitano il movimento, ti costringe a difendere con maggiore accuratezza leve e triangoli, ti consente molte più sottomissioni e strategie.
Il grappling è rapido istintivo atletico ed esplosivo, sottomettere è un gesto fulmineo, passare è molto + difficile, ci sono meno attacchi applicabili, la durata dell’incontro è minore, e difendersi da sottomissione è pià facile grazie al minor grip, la lotta in piedi (qui parlo di competizione) è più enfatizzata.
…sono complementari…ovviamente si, come si può negare l’evidenza. E’ necessario per essere un buon grappler allenarsi col kimono... a parer mio no ... anche se:
Il nostro team si allena quasi esclusivamente col Gi mantenendo comunque una personale predilezione per il grappling.
Non sono un’estremista credo che si possano ottenere altissimi risultati nel grappling praticando esclusivamente no gi, così come è incontestabile che i + grandi agonisti si allenino quasi esclusivamente con il Kimono (Leo Viera, Jacare, Galvao, Roger Gracie, Garcia ad es.).
Posso dire quello che faccio, pratico regolarmente lotta minimo una/due volte a settimana, mi alleno con il gi quasi sempre sino a due settimane dalla gara dopodiché tolgo il freno a mano (grazie Andre per la similitudine) e solo sparring specifico. Certo spesso trasgredisco alla regola, in quella banda di ignoranti che alleno ci sono spesso esemplari che vengono ad allenamento senza il kimono…non sono un'integralista non li mando a spigolare evito solo di fare tecnica con loro e li piazzo con i principianti concentrandomi con chi ha + rispetto … poi mi tolgo il kimono e li sconsiglio.
Prediligo il grappling ma adoro anche il “pigiama” in un team come l’RGC sarebbe assurdo dedicarsi esclusivamente al nogi, quando c’è la possibilità costante di fare sparring ai raduni con atleti di grande caratura.
A proposito questo fine settimana sarà mio ospite il nostro fratello Matteo Menna cintura viola ed istruttore RGC di Ferrara, nonché atleta di caratura internazionale,senza dubbio uno dei più tecnici ed esplosivi atleti di bjj in Italia(quindi allenamento aperto il sabato e violenza privata la domenica).
In definitiva ognuno ha le sue predilezioni, credo che l’integralismo da un versante o l’altro sia una puttanata tremenda, così come il circoscrivere il combattimento a una sola delle modalità, è chiaro che si hanno attitudini e predilezioni, questo però non deve trasformarsi in “fighettismo” ed atteggiamenti snob che poco hanno a che fare con la marzialità, il nostro sport non deve diventare modaiolo…è una cosa che mi fa incarognire ripudio la progressiva “fighettizzazione” che sta infestando le materassine di mezzo mondo (cerchiamo non fare come negli altri sport).
Per dio più lottatori e meno fighetti.

10 commenti:

Max De Michelis ha detto...

Condivido le tue riflessioni sul rapporto gi non gi, quindi, perché negarsi il doppio piacere di praticare con e senza gi, è questo il bello del bjj.

Giulio Candiloro ha detto...

Grande Articolone Andrea!
Però non dire parolacce...

spartamma ha detto...

Scusa Giulio non volevo urtare la tua spiccata sensibilità ihihihih
Non mi riesce proprio di essere politically correct.
Grazie ad entrambi
Una strizzata

KOMBATMAGAZINE ha detto...

Ognuno scelga il modo di combattere ma sta di fatto che bisognerebbe allenarsi con e senza GI, non fosse altro per un proprio bagaglio tecnico.
D'altra parte se vogliamo metterla sul piano del combattimento reale oppure della difesa personale, quotidianamente noi indossiamo maglie, cappotti, camice, che possono essere trattate come un Gi.
Per quanto riguardi i fighetti lascerò stare il Gi di Dolce & Gabbana!

spartamma ha detto...

Quoto
Ognuno scelga lo sport che predilige (a me piacciono entrambe le modalità anche se propendo per il no gi).
....credo che un agonista che gareggia regolarmente in una di queste due discipline si sappia difendere egregiamente.
Sul gi D&G il rischio è altissimo ihihihihih

Breeze ha detto...

Personalmente mi ritrovo spesso a dover lottare, in senso metaforico e non, contro gli integralisti di ambedue le fazioni. Chi arriva in palestra e piuttosto che mettersi il Gi venderebbe l'anima e chi quando ci si leva il kimono cade in crisi mistica. Io ne faccio una questione puramente climatica: in inverno con Gi, in estate senza. Basta lottare! Ossssssss!

spartamma ha detto...

Ottimo compromesso.
Un abbraccione Fabrizio

luca1 ha detto...

Meglio il nogi nella lotta in piedi in caso di combattimento reale. In primo luogo il gi é estremamente diverso dagli indumenti di oggi, inoltre cercare appligli nella maggior parte dei casi non fa chiudere totalmente la distanza ed espone a ginocchiate e gomitate. Muay Boran, Pancrazio, krav maga, jkd ed altri sistemi di combattimento reale e difesa personale sono, non a caso, senza gi. Saper proiettare a prescindere dell'abbigliamento nella realtà é fondamentale e chi fa sicurezza lo sa bene. Ciao

spartamma ha detto...

Concordo su tutto tranne sui combattimenti "reali".

spartamma ha detto...

Rileggendo me stesso, non posso far altro che notare come sia cambiato il mio modo di vedere le cose negli ultimi anni. Oramai prediligo il Nogi, da ogni punto di vista, forse la deriva modaiola del Bjj ha influito su questa mia scelta, sicuramente il colpo di grazia l'ha dato l'essermi avvicinato alla Luta Livre e come praticante e come insegnante